Indice articoli

ROSSO VERDE E GIALLO

Ebbene sì, ci sono cascato anch'io. Reduce dalla conoscenza del vecchio codice della strada, con una patente presa, ahimè!, troppi anni fa, ho pensato che all'apparir del giallo occorra accelerare e togliersi al più presto di torno. Invece no, soprattutto se il giallo dura un tempo brevissimo e sembra stare lì proprio per sorprenderti in fallo e dimostrarti che sei un mascalzone, uno di quei pirati che non perdono occasione per trasgredire ogni regola del vivere civile.
Mi son sentito colpito, mi sono sentito un verme, quando ho ricevuto a casa l'invito a pagare la salatissima multa per infrazione al codice della strada. E non per i soldi, ma mi cadeva giù dalle mani un'immagine, un contegno che ero convinto d'aver costruito, anno dopo anno, e di poter mantenere per molto tempo ancora. Invece, eccomi messo a nudo, con ben altro per capello che andare a guardarmi nella foto presso il comando dei vigili. Se avessi potuto, avrei ridotto in pezzi anche lo specchio di casa per non guardarmi.
Sono queste le prime sensazioni provate mentre mi rigiravo la multa tra le mani. Poi, nei giorni successivi, scosso da questa sberla senza mani, e senza neanche il guanto, mi è capitato qualcosa che mi ha spinto a riflettere. Cioè, mi sono piombati addosso un paio di tamponamenti, per le brusche frenate che ho fatto ad ogni apparire del giallo. Giacché, dopo la multa, sono ormai preso da una vera e propria tremarella, ogniqualvolta mi avvicino ai semafori della città, anche quando è acceso il verde. Adesso viene, adesso viene... Ma cosa? Il giallo, no! E' proprio così, sono diventato pauroso del giallo, anche quando è ancora illuminato il verde, e a nulla servono le proteste degli autisti, che mi suonano il loro clacson da dietro, mentre in realtà me lo vorrebbero suonare in testa.
Allora mi sono deciso: qui debbo fare qualcosa! E la prima cosa che ho fatto è di andare ad informarmi. Anzi, mi sono rivolto a chi dice di essere informato, e mi ha spiegato che la gestione dell'apparecchiatura elettronica, cosiddetta Photoored F17, sarebbe stata assegnata ad una ditta privata, che quindi tutelerebbe sì la sicurezza e la fluidità del traffico, ma delle proprie finanze, visto che, se è vero quanto mi è stato detto, una buona parte dei proventi delle contravvenzioni andrebbe a finire proprio nelle sue tasche.
Ho, poi, raccolto un altro paio di cose da obiettare alla indirizzatami contestazione e, soprattutto, al sistema di controllo semaforico della nostra città.
Innanzitutto, manca nel riscontro dell'infrazione l'elemento soggettivo, cioè la presenza del vigile urbano che veda coi suoi occhi, i latini direbbero de visu, l'infrazione e la contesti immediatamente al trasgressore; certamente la notifica non può succedere allo sviluppo fotografico effettuato, peraltro, da una ditta privata.
La contestazione immediata della violazione risponde ad una regola generale dell'illecito amministrativo, che ha come finalità l'intento educativo; quindi, nel nostro caso, non può essere teso ad ottenere esborsi in danaro dai cittadini automobilisti, ma ad evitare che altre infrazione, in futuro, nuocciano alla sicurezza del traffico.
Non mi piace recitare, ma recita una norma (art. 14, comma 1, della legge 89/81) che: "La violazione, quando è possibile deve essere immediatamente contestata". Nella fattispecie - così direbbero i giuristi - il Comando di Polizia Urbana non ha fatto quanto possibile per contestarmi la contravvenzione né ha fatto alcunché la macchinetta fotografica onde richiamare la mia attenzione, magari con un fischio.
E poi, non so se occorra per una quisquilia scomodare la Costituzione repubblicana. La vogliamo scomodare la Costituzione? Ve bene, scomodiamola. Nell'art. 24 della Carta costituzionale è sancito il diritto alla difesa per tutti i cittadini. Il sospetto trasgressore, in questo caso io, non si è potuto avvalere della facoltà di dire la sua ed eventualmente farla risultare a verbale. Se fossi stato una leggiadra fanciulla, forse avrei potuto parlare col palo semaforico - che come si sa è di sesso maschile - riuscendo ad intenerirlo fino a fargli brillare tutte le lampadine colorate; ma debbo ammettere, sia pure a malincuore, che il semaforo proprio non ha potuto (o voluto?) ascoltarmi.
Anzi, a tal proposito, vorrei raccontarvene un'altra e finisco. Un pomeriggio, al termine di una seduta d'esame, stavo tornando da Foggia e mi avvicinavo al bivio di Siponto. Nuovo semaforo, stesso sistema di rilevazione delle infrazioni.
Potevo dire questo al semaforo? No, non potevo dire questo al semaforo, cioè che avevo alla spalle, erano quasi le tre del pomeriggio, avevo alle spalle un sole accecante, che non mi faceva capire se era acceso il giallo, il rosso o il verde. Preso dalla solita tremarella mi sono fermato quasi sotto le luci tricolori a guardare e pensare: è giallo? è rosso? è verde? Se ci fosse stato un vigile glielo avrei chiesto: "Scusi, signor vigile, i miei occhi sono stanchi o forse solo abbagliati da questa esplosione di luce che mi giunge da ponente, ma mi sa dire quale colore è acceso del nostro semaforo?". Invece, non c'era intorno alcun vigile, anzi non v'era proprio nessuno a quell'ora di pennichella pomeridiana.
E vi prego, non me lo chiedete neanche voi, perché ancora adesso non lo so. Il sole era al tramonto e troppo luminoso, come sa essere luminoso il nostro sole nella sua caduta di primavera, per sapere se era rosso, verde o giallo. Ma vi giuro, ho fin troppo a lungo indugiato per cercare di capirlo, prima di decidermi a passare. Perciò, non so dirvi se mi arriverà di nuovo la multa oppure no. So solo una cosa: se ancora mi giungerà, è certo che non andrò a pagarla.

Indice articoli